Parlano di “situazione drammatica” i sindacati confederali, Cgil Cisl e Uil, per descrivere quanto accade nelle case di riposo lariane.
“La situazione nelle Rsa del territorio comasco è drammatica – scrivono in un comunicato stampa Matteo Mandressi, Francesco Diomaiuta, Salvatore Monteduro – ben oltre il livello di tolleranza fisiologica del contagio, lontanissima dalla descrizione che ne fa Ats Insubria. Basti pensare che 415 tamponi non riuscirebbero a coprire neppure l’intera popolazione di una struttura cittadina, se consideriamo la sommatoria di ospiti e operatori.I dispositivi forniti continuano ad essere insufficienti. Il numero di decessi è inverosimile. È ora di dire basta – tuonano i sindacati – Non possiamo accettare che la morte per Covid-19 sia un evento normale nella vita di un ospite anziano di una Rsa. Non possiamo accettare che il personale delle residenze sia quotidianamente esposto al contagio. Servono le stesse protezioni del personale ospedaliero. Bisogna intercettare con tempestività il soggetto positivo, prenderlo in carico e isolarlo dagli altri ospiti. È fondamentale rafforzare e potenziare la rete dei laboratori analisi che sono in grado di fare i tampni.
L’effettuazione del tampone su anziani sintomatici, chiesto a gran voce dai sindaci e dai direttori sanitari, avviene troppo tardi (quando avviene) a contagio ormai diffuso”.
Sul tema è intervenuto anche il consigliere regionale del Pd Angelo Orsenigo, proponendo di utilizzare il vecchio ospedale Sant’Anna per allentare la pressione sulle Rsa.
Tenuto conto della pervasività del fenomeno e della grave situazione in cui versano le RSA del comasco, in cui sono già deceduti decine di anziani ospiti e centinaia tra degenti e sanitari sono risultati positivi al COVID 19, auspichiamo che l’Autorità Giudiziaria faccia luce sulle effettive responsabilità di chi doveva evitare questa ecatombe di innocenti. Troppo facile e vergognoso lo scarico di responsabilità tra RSA e ATS.