“Oltre 400 tamponi, per la precisione 415, sono stati effettuati o distribuiti ad oggi alle strutture sociosanitarie del territorio lariano”. Lo annuncia in una nota l’Ats Insubria, che risponde al grido d’allarme lanciato nelle ultime settimane per la situazione che si sta vivendo nelle case di riposo. “L’Ats – si legge nella nota – ha condotto l’attività di gestione dell’emergenza Covid in atto, in stretto raccordo con la Direzione Generale Welfare di Regione Lombardia, le Prefetture, i sindaci, i medici di Medicina Generale, le associazioni, le Asst del territorio, la Protezione Civile. I dati – dicono – evidenziano una realtà che necessita di un’attenta vigilanza, ma meno grave che in altri territori”.
Ats Insubria ha istituito l’Unità di Crisi Rsa in data 28 marzo 2020, coordinata dalla Direzione Generale e dalla Direzione Sociosanitaria, alla quale partecipano rappresentanti di UNEBA, quale associazione di categoria delle Rsa. Alle strutture della provincia di Como, l’Ats comunica di aver distribuito 29.878 dispositivi di protezione individuale. “Su 10.068 ospiti – annunciano nella nota – sono deceduti in ospedale o in struttura 30 soggetti, pari allo 0,3 per cento”.
E’ in fase di definizione un protocollo operativo di diagnosi precoce di polmonite Covid, a domicilio e nelle Rsa con l’impiego di un ecografo mobile e l’intervento di un tecnico di radiologia, per proteggere i pazienti più fragili e non trasportabili.
“Sono state trasmesse alle strutture sociosanitarie del territorio tutte le comunicazioni pervenute in merito da Regione Lombardia – dicono dall’Ats – con le indicazioni per la gestione operativa degli ospiti e del personale per il contenimento del Covid-19. È stato inoltre istituito un servizio telefonico per il supporto psicologico degli operatori sociosanitari”.
“Un attento monitoraggio della situazione – dichiara il direttore sociosanitario dell’Ats Insubria, Esterina Poncato – ha prodotto il risultato positivo di un elevato numero di Rsa Covid-free. In questo i gestori delle strutture si sono dimostrati attenti ed efficaci nell’applicazione dei protocolli operativi”.
Sei fosse stato tale non avremmo avuto la morte di tanti anziani in strutture