“Non c’è più tempo”. Grido d’allarme dei rappresentanti di Cgil, Cisl e Uil di Como, che lanciano un nuovo allarme per le case di riposo del territorio. “Assenza di prevenzione e di protocolli per gestire l’emergenza, associati alla carenza di dispositivi di protezione e formazione ai lavoratori – dicono le organizzazioni sindacali – hanno trasformato molte strutture residenziali da luogo di protezione e cura dei più fragili in luogo di sofferenza e troppo spesso di morte”.
Le richieste dei rappresentanti dei lavoratori non sarebbero state ascoltate. “Più di un mese fa abbiamo chiesto con forza la fornitura di idonei dispositivi di protezione e i tamponi – dicono le organizzazioni sindacali – A 45 giorni dall’inizio di questa emergenza, non esiste un piano condiviso e strutturato per affrontarla. Il quadro che emerge è disastroso e sono moltissimi i casi di positività o di sospetta positività”.
“Oltre alla fragilità degli ospiti – prosegue la nota – è necessario ricordare la fragilità del contesto lavorativo del quale stiamo parlando. Il settore è stato nel corso di questi ultimi anni depauperato di risorse e oggetto di privatizzazioni ed esternalizzazioni. Una situazione emergenziale già nella quotidianità, che l’attuale pandemia ha fatto emergere”.
I referenti di Cgil, Cisl e Uil ribadiscono la richiesta di dispositivi di protezione e di “tamponi a tutti, ospiti e operatori, anche a chi ha terminato la quarantena e deve rientrare al lavoro”.
Proprio oggi, la Regione ha annunciato la nomina di una commissione che si occuperà di valutare esattamente come sia stata gestita l’emergenza nelle case di riposo della Lombardia. “Questo è il modo più trasparente, oggettivo e chiaro – ha detto l’assessore al Welfare Giulio Gallera – per fare una serena ma seria e scientificamente forte valutazione su questo tema. Si tratta di una commissione di altissimo valore, autonoma e indipendente che godrà della massima libertà anche sulle singole strutture per capire cosa hanno fatto i gestori delle Rsa, che sono strutture private o fondazioni afferenti a enti locali quindi ai Comuni. Alla Regione spettano le linee guida, che Regione ha fatto in maniera ampia con la delibera del 30 marzo, e di sorveglianza, e verrà valutata anche questa”.