Forno crematorio e sepolture che non prevedono la presenza dei familiari dei defunti, doppio intervento del Pd comasco e le richieste al Comune.
Per quanto riguarda l’impianto cittadino fermo da tempo, soltanto ieri l’assessore ai servizi cimiteriali, Francesco Pettignano, aveva spiegato che si sta cercando si accorciare i tempi e che i contatti con l’Ati, l’associazione temporanea di imprese, che si è aggiudicata la gestione, ha dato la propria disponibilità a effettuare i collaudi quanto prima. Con i dovuti condizionali e senza ulteriori intoppi il forno potrebbe tornare attivo a metà maggio.
Proprio riguardo ai tempi intervenire il consigliere comunale del Pd, Gabriele Guarisco che chiede un tavolo di lavoro straordinario (che coinvolga oltre al Comune, la provincia e il prefetto) per riattivarlo il prima possibile. “La situazione di emergenza attuale mette in mano agli amministratori strumenti di lavoro straordinari che possono essere impiegati per rendere la struttura completamente operativa in tempi brevi, dopo gli adeguamenti. Così – conclude – potremmo evitare che i nostri defunti debbano essere mandati altrove per essere cremati”.
Ma i democratici affrontano anche un altro tema, quello delle sepolture dei defunti, che avvengono – in questo delicato momento – in assenza dei familiari, anche i più stretti.
“Al dolore della perdita si somma un mancato commiato: una situazione alla quale, ci auguriamo, l’amministrazione possa porre rimedio il prima possibile” dice il consigliere Patrizia Lissi.
“Il provvedimento comunale si fonda su un’interpretazione a nostro parere troppo stretta di una circolare ministeriale del 1 aprile – spiega Lissi che sottolinea – la decisione di Palazzo Cernezzi si contrappone poi alle scelte di altri Comuni della provincia che, pur entro strette regole, permettono ai familiari di assistere alla sepoltura”.
Il consigliere Dem conclude quindi con un invito all’amministrazione comunale affinché tumulazioni e inumazioni possano riprendere alla presenza dei parenti più stretti.
“Sono 9 i cimiteri cittadini e pur comprendendo pienamente il dolore delle famiglie – dice Pettignano – se ai pochi parenti aggiungiamo gli operatori delle pompe funebri e quelli del camposanto diventa difficile garantire le misure di sicurezza necessarie in questo momento”.