Posti iniziali moltiplicati per otto volte e passati da quattro a 32. Un totale di 61 pazienti accolti, 15 dei quali già dimessi, compreso il più giovane tra i ricoverati, che ha solo 24 anni. L’ospedale Sant’Anna traccia un primo bilancio di come la terapia intensiva si sia trasformata per fronteggiare l’emergenza coronavirus.
In media, ogni paziente accolto è rimasto in reparto 11 giorni. I quattro letti attivati nella fase iniziale sono diventati in poche settimane 32, 27 in terapia intensiva e 5 in sub-intensiva, destinati al trasferimento dei pazienti che possono essere estubati perché le loro condizioni migliorano.
Alla guida del reparto Andrea Lombardo, 41 anni, in servizio all’ospedale Sant’Anna dal 2008, dal 2019 direttore facente funzioni dell’unità di anestesia e rianimazione 2.
“Il problema di questa epidemia è l’incidenza di polmoniti con insufficienza respiratoria acuta e il fatto che in molti casi pazienti apparentemente stabili peggiorano rapidamente – spiega Andrea Lombardo – L’unico provvedimento che possiamo adottare è rispettare le disposizioni con la massima attenzione”.
In reparto ferie e permessi sono stati cancellati per tutti, medici e infermieri. In terapia intensiva vengono ricoverati tutti i pazienti per i quali l’ossigenoterapia o i supporti non invasivi non sono sufficienti e si rende necessaria l’intubazione e l’impiego della ventilazione meccanica. Alle apparecchiature che vicariano le funzioni vitali, si accompagna la terapia farmacologica.
“Non esiste ancora una cura specifica – aggiunge Lombardo – e farmaci che possono rivelarsi efficaci per alcuni pazienti non lo sono purtroppo per altri”.
L’Asst Lariana ha gestito oltre 500 pazienti positivi al coronavirus e attualmente sono circa 360 le persone ricoverate tra i diversi reparti di degenza adibiti a settori Covid-19 e malati gravi in terapia intensiva.