Le misure attuali resteranno in vigore fino al prossimo 13
aprile ma da più parti si parla già di un orizzonte temporale più ampio. Alcune
dichiarazioni del capo dipartimento della Protezione Civile, Angelo Borrelli,
spostano alla metà di maggio la fase due (ossia la convivenza con il virus, con
una lenta e parziale riapertura) anche se al momento non ci sono ancora
certezze. “Bisogna andare avanti con il massimo rigore” questo il concetto
ribadito più volte.
Si ipotizza quindi un altro mese e mezzo che inevitabilmente avrà ripercussioni
sulla vita dei cittadini e su quella delle attività economiche.
«Mi auguro che tutti, a livello imprenditoriale e sociale, abbiano immagazzinato le nuove modalità con cui si dovrà lavorare e relazionarsi – dice il presidente dell’istituto di credito Bcc Brianza e laghi Giovanni Pontiggia, rappresentante della stessa Abi (Associazione bancaria italiana) nel consiglio della Camera di Commercio di Como e Lecco -. Dai ritorni che ho, le aziende si sono adattate. Se poi dovesse volerci una settimana in più o in meno poco importa, dobbiamo in tale situazione affidarci ai tecnici del settore sanitario che sapranno indicarci la via migliore». In queste settimane tutte le componenti economiche e le associazioni di categoria si stanno impegnando per sostenere chi lavora in attesa della ripresa. «E quanto sta accadendo – conclude Pontiggia – avrà anche dei risvolti educativi».
La necessità di arrivare pronti alla graduale riapertura «sia essa il 16 maggio o dopo è fondamentale», interviene il presidente di Confcommercio Como, Giovanni Ciceri. «Il settore sta facendo enormi sacrifici, da qui la necessità, una volta ripartiti, di aver al nostro fianco sempre di più gli istituti di credito. Se poi il 16 maggio i tecnici diranno di riaccendere i motori noi ci saremo e ci rimetteremo in pista – dice Ciceri – avremo bisogno di aiuto sulla semplificazione e sulle scadenze». Chi dovrà completamente reinventarsi è il comparto turistico. «La data quale sarà verrà accolta con gioia perchè significherà che l’allerta sanitaria è ormai circoscritta – spiega Giuseppe Rasella, albergatore di Gravedona che rappresenta la filiera dell’accoglienza nella Camera di Commercio – Dopo inizierà la vera incognita per tutti noi. Si modificherà il modo di fare turismo. E dovremo adattarci per rilanciare il settore. Tutto – chiude – andrà ripensato».