“Dobbiamo aspettarci di stare a casa anche il primo maggio”. Sono le parole del capo dipartimento della Protezione Civile, Angelo Borrelli, pronunciate questa mattina nel corso di un’intervista a Radio Capital. “Bisogna andare avanti con il massimo rigore”, ha aggiunto. Nella stessa intervista Borrelli ha ipotizzato la fase 2 (ossia la convivenza con il virus, una lenta e parziale riapertura) a metà maggio, anche se al momento non vi sono certezze.
In mattinata, interpellato sulla questione, il governatore della Lombardia Attilio Fontana ha aggiunto: “Non entro nel merito di queste scelte perché mi affido agli scienziati che ne sanno più di me. Mi riferisco a quello che dirà l’Istituto superiore di sanità e ai nostri epidemiologi ma è probabile che sarà così perché lo sento dire anche io da più parti”
Come Fontana mi affido agli scenziati. Ma biasimo i nostri amministratori e politici. Difficile in poche parole dare una dritta perciò faccio una considerazione. Io resto a casa è sacrosanto per chi vive in grandi comunità come le città, l’uscita sarebbe incontrollabile. Ma in piccoli centri con la campagna con parchi , boschi e campagna intorno la norma è una tortura. Imponendo la regola di distanza (anche 2 3 metri) devo poter uscire, camminare, prendere il sole (sembra che la vitamina D serva al caso )per rimanere in salute. Insomma, mettere regole più stringenti, ma lasciare più spazio alle persone di giudizio. Agli amministrori dico “elaborate se potete”.