I numeri dell’epidemia tornano ad aumentare in Lombardia, anche se l’invito degli esperti è di non fermarsi ai meri dati. “I dati purtroppo segnano una crescita anche significativa, ma sono legati anche a una strategia diversa e possono in realtà essere meno negativi di quello che appare”, ha detto Giulio Gallera, assessore regionale al Welfare.
Il numero dei contagiati è arrivato a 34.889, con una crescita di 2.543 positivi. Aumentano anche i ricoverati, che sono oggi 10.681, pari a 655 più di ieri. Più contenuto l’aumento dei malati in terapia intensiva, aumentati di 27 per un totale che ora è di 1.263. Purtroppo sempre drammatico il dato relativo alle vittime del coronavirus, che nelle 24 ore sono state ancora 387 per un totale di 4.861.
Cresce in modo significativo fortunatamente anche il numero dei pazienti guariti e dimessi, che oggi sono in totale 7.839, ovvero 1.501 in più rispetto a ieri.
Per quanto riguarda le diverse province, a Bergamo e Brescia la crescita è in linea con quella dei giorni scorsi, mentre è più elevato il dato della provincia di Milano, con 8489 nuovi casi accertati e un totale arrivato a 6.922.
Il dato di Como è ancora una volta in linea con quello dei giorni scorsi e anzi la crescita dei casi è inferiore. In totale i positivi sono 762, con un aumento di 56. Ieri, la crescita era stata di 71 casi. La quasi totalità dei comuni del territorio lariano ha ormai almeno un caso e purtroppo è molto alto il dato relativo ai comaschi che hanno perso la vita, difficile anche da calcolare ma che secondo gli ultimi dati si avvicina a cento.
Per quanto riguarda l’interpretazione dei dati, Carlo Federico Perno, medico del Niguarda e docente universitario a Milano, precisa: “I numeri ci dicono che oggi ci sono aumenti dei nuovi positivi e anche dei guariti. I positivi in più non rappresentano le nuove infezioni ma le nuove diagnosi. Abbiamo misurato chi si è infettato da 7 a 14 giorni fa e ora ha i sintomi. Stiamo eseguendo un numero maggiore di tamponi, allargando i test alle residenze socio assistenziali, al personale sanitario e ad altre categorie e questo aumento dei test inevitabilmente comporta un aumento apparente dell’infezione, che è un aumento solo delle diagnosi”.
“I guariti stanno rapidissimamente aumentando – ha aggiunto Perno – Stiamo uscendo dal “ghetto” dell’analisi delle persone gravi e stiamo andando a capire quello che avviene sul territorio. Per questo, credo che il cauto ottimismo continua ad esserci anche oggi come nei giorni scorsi”.
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