“La convivenza forzata esaspera alcune situazioni familiari già difficili, che diventano delle vere e proprie bombe a orologeria”: la violenza sulle donne, purtroppo non si ferma neanche in questo periodo di emergenza, anzi, come conferma Arianna Liberatore, una delle legali del Centro Antiviolenza del Comune di Como, si inasprisce e diventa sempre più difficile chiedere aiuto.
“Le situazioni già a rischio possono diventare ingestibili, sia per le donne che per i figli – spiega Liberatore – Noi ci siamo organizzate, in coordinamento con il Comune e ora con le direttive arrivate dalla Regione, offrendo disponibilità telefonica continua e consulenze sia legali che psicologiche via Skype. Il problema, però, è che in questo periodo le donne non riescono a ritagliarsi dei momenti da sole per chiamare o collegarsi al web e tutto diventa ancora più difficile. Inoltre, evitiamo, se non nei casi più gravi, di mandare al pronto soccorso le donne che vengono picchiate e devono refertare le lesioni. Quindi ci si organizza in altri modi, dirottandole dal medico di base e scattando delle foto che fungano da prove dei maltrattamenti”.
I numeri telefonici di riferimento sono 800.166.656 e 031.304585. Qualora si ritenesse necessario fissare degli appuntamenti all’interno della sede di via Ferrari 9 a Como, “verranno adottate tutte le misure di prevenzione, – assicurano dal Comune – in osservanza alle nuove raccomandazioni di igiene contro il virus diramate dal Ministero della Salute”. “Ricordiamo anche l’importanza della App gratuita “Where Are U” del 112, con la quale si riesce a chiedere aiuto anche nei casi in cui non si può parlare – dice Liberatore – In questo periodo serve vigilanza da parte di tutti, anche dei vicini di casa. Non chiudiamo gli occhi e non tappiamoci le orecchie di fronte a situazioni di violenza – prosegue l’avvocato – La soglia di attenzione deve essere massima”.