I casi di coronavirus crescono in Svizzera. Nel bollettino quotidiano emesso questa mattina dall’Ufficio federale della sanità pubblica (Ufsp) oggi sono 8.836 le persone risultate positive dal 25 febbraio, circa 800 in più rispetto a 24 ore fa. La situazione più critica resta quella del Canton Ticino, con 1.211 contagi, ieri erano 1165, 53 morti, 5 in più dal precedente aggiornamento. Nelle strutture ospedaliere dedicate alla cura dei pazienti affetti dal virus sono attualmente ricoverate 285 persone: 235 in reparto e 50 in terapia intensiva, di cui 48 intubate.
L’incidenza della malattia, nel cantone di lingua italiano ha raggiungo il dato di 339,9 casi per 100.000 abitanti, sempre seguito da Vaud (263) e Basilea Città (240,3).
Il Canton Ticino, al termine della scorsa settimana aveva irrigidito le disposizioni messe in atto per contenere la diffusione del virus, decidendo anche la chiusura dei cantieri e delle attività produttive non necessarie o urgenti, misure però contestate dal Consiglio Federale a Berna, che le ritiene non conformi all’ordinanza a livello nazionale.
Una settantina di medici e ricercatori hanno così sottoscrivono un documento a favore dei provvedimenti dettati dal Consiglio di Stato ticinese. Nell’appello si legge: “sono misure, sicuramente dolorose per l’economia ticinese e svizzera, sono però indispensabili per rallentare il diffondersi della malattia e evitare il collasso del sistema sanitario…È quindi con rammarico, che abbiamo appreso che alti funzionari della Confederazione considerano le misure adottate in Ticino illegali. In questa situazione eccezionale, noi ci appelliamo a tutti affinché si abbia il coraggio di prendere decisioni incisive a tutela della salute pubblica senza temporeggiare e sosteniamo con fermezza le misure varate dal Consiglio di Stato ticinese. Inoltre, speriamo che il Consiglio Federale nella seduta di mercoledì, riconosca l’assoluta necessità dei passi intrapresi in Ticino”. Nel frattempo la Svizzera si stringe con la chiusura, nella giornata di ieri, di altre tre dogane. Restano aperti 5 grandi valichi di confine tra il Canton Ticino e l’Italia. Per quanti operano nel settore sanitario o esercitano professioni di pari importanza sono riservati valichi di confine e corsie speciali a Chiasso Brogeda. Lo stesso vale per il trasporto di merci importanti come quelle per impiego sanitario, generi alimentari, o deperibili.