“Prima la salute”: questo il sentimento comune che sta muovendo i sindacati dei settori metalmeccanico, tessile e chimico verso uno sciopero regionale, annunciato per mercoledì 25 marzo. “Il decreto del governo ha definito i settori indispensabili che possono continuare le attività. Riteniamo che l’elenco sia stato allargato eccessivamente, ricomprendendo settori di dubbia importanza ed essenzialità. – commentano i sindacati – Contemporaneamente, il decreto assegna alle imprese una inaccettabile discrezionalità per continuare le loro attività con una semplice dichiarazione alle Prefetture. Tutte scelte che piegano, ancora una volta, la vita e la salute delle persone alle logiche del profitto. Noi non ci stiamo”, dicono i sindacati.
Fim, Fiom e Uilm della Lombardia proclamano dunque otto ore di sciopero per turno o giornata lavorativa per mercoledì 25 marzo per tutte le lavoratrici e i lavoratori del settore metalmeccanico, ad esclusione di quelli impegnati in produzioni strettamente collegate all’attività ospedaliera e sanitaria. “Le aziende che svolgono attività non essenziali devono chiudere – dicono i rappresentanti sindacali – In emergenza servono scelte chiare e coraggiose per tutti”.
Ai metalmeccanici si affiancano anche i lavoratori dei settori tessile e chimico. Filctem Cgil, Femca Cisl e Uiltec Uil lariane hanno scritto una lettera alle aziende del territorio le cui attività non sono essenziali o necessarie a garantire beni e servizi indispensabili ai cittadini, nonostante il codice ateco le inserisca fra quelle cui è permesso continuare la produzione. I sindacati chiedono la chiusura temporanea totale a tutela della salute dei dipendenti e, dove vi fosse la necessità di garantire articoli indispensabili, si domanda di ridurre fortemente le attività produttive. “Se la richiesta sarà ignorata, – dicono – saremo costretti a proclamare uno sciopero per mercoledì 25 marzo, come indetto in tutta la Lombardia”.