“I colleghi delle zone più colpite dal virus sono stremati e disarmati da questa situazione. L’organizzazione del lavoro richiede che i turni vengano scanditi in modo equo e sostenibile visto che sono già molto faticosi, anche per l’utilizzo di presidi di protezione individuale che rendono più difficile il lavoro e l’assistenza al paziente. Per poterlo fare servono le risorse”: così il presidente dell’Ordine delle Professioni Infermieristiche di Como, Dario Cremonesi, in merito alla situazione che sta vivendo il personale sanitario in questo periodo di emergenza.
Già il Coordinamento Regionale ha inviato una lettera a Ministero della Salute, Protezione Civile, Regione Lombardia e ai presidenti nazionali FNOPI (Federazione nazionale degli Ordini delle Professioni Infermieristiche) e Cives Ovd (Coordinamento Infermieri Volontari Emergenze Sanitarie).
“Così come è stato fatto un appello a livello regionale per richiamare medici da altre regioni, in pensione e addirittura da altri Stati, chiediamo che lo stesso venga fatto per gli infermieri. – dice Cremonesi – In questo momento le professioni sanitarie sono unite da un unico obiettivo e tutte hanno necessità di recuperare le forze per poter continuare a condurre questa battaglia. Gli infermieri e i medici si stanno ammalando, anche seriamente. Il personale diminuisce quotidianamente, ma l’attività aumenta perché le persone malate sono tante e richiedono un’assistenza complessa. Abbiamo bisogno di rinforzi e confidiamo che le istituzioni di qualsiasi livello ascoltino questo appello – dichiara Cremonesi – anche per le aree come quelle della provincia di Como, affinché possano arrivare infermieri in regime straordinario per supportare le strutture e per erogare l’assistenza migliore ai pazienti. A Como al momento non siamo nelle condizioni di province come Bergamo, Brescia, Lodi, Crema e Cremona, ma non dobbiamo aspettare che la situazione degeneri e che sia troppo tardi. – conclude il presidente dell’Ordine – Mi auguro che i colleghi delle regioni al momento meno colpite dal virus possano sostenerci e qualora, dovessero aver bisogno di noi, saremo pronti a dare una mano”.