La situazione di emergenza e la paura di un possibile contagio hanno avuto conseguenze negative sulle donazioni di sangue.
L’allarme lanciato a livello regionale dal presidente di Avis Lombardia, Oscar Bianchi, si ripropone anche in città. Fortunatamente però la decisa discesa, a livello comasco, dei giorni passati «ha subìto un’inversione di tendenza. Il timore diffuso è stato superato attraverso un’informazione capillare rivolta ai nostri donatori che sono stati tutti chiamati personalmente per fare il punto in questa difficile situazione», ha spiegato il responsabile Avis di Como Alberto Soave.
E così in città dal crollo a 10 donazioni giornaliere, fatto registrare la settimana scorsa e oltre, rispetto alle consuete 30 «adesso – aggiunge – siamo riusciti a invertire il trend e stiamo ritornando ai numeri consueti. A livello regionale i dati messi a disposizione dal Dipartimento trasfusionale e di ematologia, che ha messo a confronto il numero di unità di sangue raccolte nel periodo compreso dal 9 al 15 marzo di quest’anno con quelle dell’anno precedente evidenziano una diminuzione di 1.836 unità.
Anche sull’intero mese di febbraio si è notato un calo, anche se contenuto. A livello provinciale il presidente Vincenzo Dazi ribadisce, infine, un concetto chiave, soprattutto in questo delicato momento. «Tutti i nostri centri sono aperti – ha precisato – e le attività programmate procedono».