Misure anti-contagio in Svizzera, i sindacati chiedono maggiore chiarezza e invocano la chiusura di tutti i cantieri ancora aperti. “Il 14 marzo 2020 – si legge in una lettera indirizzata al Consiglio di Stato – sono state emanate misure molto restrittive nei confronti e a tutela di tutta la popolazione per evitare che il nostro sistema sanitario imploda. Oltre alla risoluzione che prescrive di ridurre al minimo necessario gli spostamenti, è stata introdotta quella che definisce la chiusura di tutte le attività commerciali non di primaria necessità per la popolazione”.
Nei giorni scorsi il Ticino ha deciso infatti la chiusura di negozi, ristorazione, parrucchieri e estetisti. Aperte le attività di generi alimentari e i servizi essenziali come farmacie, uffici postali o banche. Ora le misure saranno adottate in tutta la Svizzera, fino al 19 aprile. Lo ha annunciato oggi il Consiglio federale che ha anche decretato la “situazione straordinaria”.
“Ieri lo Stato Maggiore Cantonale di Condotta – proseguono i sindacati nella lettera – ha specificato che le attività devono essere limitate al minimo indispensabile. Dai primi riscontri, ci vengono segnalati ancora troppi cantieri aperti senza necessarie motivazioni riconducibili all’urgenza. Nel settore – aggiungono – reputiamo oggettivamente impossibile garantire ai lavoratori la tutela della salute, sia durante i processi lavorativi, sia in altri momenti legati all’attività professionale, come il trasporto da e per il cantiere, negli spogliatoi comuni o nei luoghi di ristoro. Chiediamo dunque con urgenza – concludono i sindacati – di intimare l’interruzione di tutti i lavori sui cantieri ancora aperti, ad eccezione di interventi di urgenza o messa in sicurezza”.