Interrogatori al via domani per le sedici persone coinvolte nell’inchiesta dei carabinieri di Cantù che ha permesso di scoprire e smantellare una fabbrica di monete false da 2 euro, un’attività collegata a un fiorente spaccio di cocaina.
Dei sedici destinatari dell’ordinanza di custodia cautelare, quindici in carcere e uno ai domiciliari, quattro sono rinchiusi al Bassone. Domani, tutti saranno interrogati in videoconferenza dal giudice per le indagini preliminari Carlo Cecchetti. Assistiti dai legali difensori – Ivan Colciago per il principale indagato, Daniela Danieli e Simone Gilardi – potranno rispondere alle domande o eventualmente avvalersi della facoltà di non rispondere. L’indagine è coordinata dal sostituto procuratore Simona De Salvo ed è partita dal sequestro, nell’agosto dello scorso anno, a Cermenate, di oltre 4mila monete fasulle da 2 euro.
Dal territorio lariano, l’indagine si è estesa ad altre zone d’Italia, in particolare Lecco, Monza Brianza, Milano, Imperia e Cremona. Gli indagati sono accusati a vario titolo di detenzione per fine di spaccio e di spaccio di cocaina per un totale di circa 10 chilogrammi, di associazione per delinquere finalizzata alla fabbricazione e messa in circolazione di monete false, detenzione, acquisto e spendita di monete da due euro false.
La zecca clandestina era a Garbagnate Monastero, nel Lecchese, e le monete venivano vendute ad acquirenti consapevoli della falsità del denaro e interessati a utilizzarle al costo del 30% circa del valore nominale delle monete prodotte.