“Tuteliamo i nostri frontalieri”. L’appello al presidente del Consiglio Giuseppe Conte arriva, unanime, da 28 sindaci di Comuni al confine con la Svizzera, per chiedere attenzione alla “difficile e pericolosa” situazione dei frontalieri ormai “esasperati dal comportamento della Svizzera nei loro confronti, tra frontiere chiuse con la scusa di controlli sanitari che in realtà non vengono effettuati e provvedimenti troppo blandi rispetto al rapido dilagare dell’epidemia sul territorio elvetico”.
I sindaci hanno interpellato presidente della Lombardia Attilio Fontana perché si faccia portavoce con il governo delle richieste. “Il Governo – hanno spiegato i parlamentari leghisti Nicola Molteni e Stefano Candiani – deve considerare la condizione dei 70mila lavoratori frontalieri delle provincie di Varese, Como, Sondrio e Verbano Cusio Ossola sia relativamente alla tutela della loro salute sui posti di lavoro, sia sul fronte delle ripercussioni economiche”.
Devono essere adottate misure pari a quelle assunte dalla Lombardia “anche perché – ha aggiunto il consigliere regionale del Carroccio Emanuele Monti – la diffusione del virus nel Canton Ticino è superiore a quella della provincia di Varese e, quindi, dobbiamo in tutti i modi tutelare la sicurezza delle persone. Ciò non si può fare chiedendo ai lavoratori di ammassarsi in cinque in una stanza di bed and breakfast”.
“Tutelare la salute dei nostri frontalieri è di fondamentale importanza. Non possiamo che condividere e supportare le richieste dei nostri sindaci”, aggiungono la consigliera regionale Gigliola Spelzini e il presidente del Consiglio Regionale Alessandro Fermi.
“È ora indispensabile che, tra i due Stati, vengano condivise iniziative coordinate per fronteggiare l’emergenza e tutelare la salute e i diritti dei frontalieri e delle loro famiglie”, conclude Mauro Guerra, presidente di Anci Lombardia.