Detenuti in protesta al Bassone: i disordini che stanno attraversando le carceri italiane sono arrivati anche alla struttura di Albate. Oggi è iniziata la battitura delle sbarre delle celle e sono stati appiccati alcuni incendi di carta in due sezioni. I detenuti lamenterebbero la scarsa informazione ricevuta all’interno del carcere su ciò che sta avvenendo in relazione all’emergenza coronavirus e la sospensione dei colloqui con i parenti, che dovrebbero essere sostituiti con delle telefonate.
Tensioni e disordini anche a San Vittore, a Milano, dove oggi i detenuti sono saliti sui tetti gridando “Libertà”. All’interno dell’edificio sono stati appiccati vari incendi, mentre all’esterno si sono verificati scontri tra la polizia e alcuni gruppi di antagonisti, radunati per sostenere la rivolta carceraria. Le strade attorno alla casa circondariale sono state chiuse e sul posto sono intervenuti anche i vigili del fuoco per domare i roghi. Tra le richieste dei detenuti, oltre a maggiori tutele per la salute, ci sarebbe anche la riduzione del numero di presenze.
“Nelle zone arancioni ci sono 14.449 persone ristrette: – scrive su Facebook Valeria Verdolini, presidente dell’associazione regionale Antigone – 8.720 sono in Lombardia, dove il sovraffollamento arriva al 140 per cento, con picchi a Como del 195 per cento. L’emergenza coronavirus – prosegue Verdolini – arriva dopo un anno di sofferenze penitenziarie in cui, soprattutto nella nostra regione, la sanità inframuraria è stata spesso inadeguata nei numeri, nei servizi, nelle risposte. Un anno di sofferenze che hanno investito tanto i detenuti quanto gli agenti e tutto il personale penitenziario, che arriva a nervi tesi a questa emergenza”.