“Riflettiamo sulla nostra comune vulnerabilità, condizione umana troppo spesso dimenticata, quasi che l’uomo di oggi sia diventato onnipotente. Non cessiamo, nonostante il progresso tecnico e della scienza, di essere creature deboli e fragili. Questa situazione di precarietà e di disorientamento, in cui tutti siamo dolorosamente coinvolti, ce lo insegna con chiarezza”.
Il vescovo di Como monsignor Oscar Cantoni ha rivolto un messaggio a tutti i fedeli. Una riflessione che accompagna le norme dettagliate sulla sospensione dell’attività liturgia e pastorale. Fino a nuova comunicazione, saranno celebrati solo eventuali funerali, ma con la sola presenza dei familiari stretti. Stesso provvedimento, con la limitazione a pochi presenti, in caso di matrimoni o battesimi.
“Si conferma fino a nuovo avviso la sospensione di tutte le celebrazioni, di tutte le attività pastorali, aggregative, ludiche e culturali, nonché la chiusura degli oratori e di tutti gli spazi parrocchiali. Tutti gli eventi precedentemente fissati sono annullati – scrive il vicario generale don Renato Lanzetti – Sono sospesi convegni e riunioni di formazione a livello diocesano, vicariale e parrocchiale. Al momento sospese anche le benedizioni pasquali”.
I sacerdoti celebrano comunque la messa senza i fedeli e l’invito è quello di unirsi in preghiera al momento del suono delle campane. “I fedeli sono dispensati dall’obbligo del precetto festivo e invitati a santificare la festa con un momento di preghiera personale o familiare – aggiunge don Lanzetti – Le chiese rimarranno aperte, secondo gli orari consueti per la preghiera personale. I sacramenti della riconciliazione e dell’unzione degli infermi, così come il viatico, sono celebrati con le opportune cautele”.
“Viviamo un momento difficile, di grande provvisorietà, ma dobbiamo aiutarci a mantenerci uniti e sereni, nonostante la paura e l’incertezza, senza provocare situazioni di panico – dice monsignor Cantoni – Se la vita delle nostre comunità parrocchiali è ridotta, non di meno si deve rallentare la nostra comunione, che si manifesta con una vigile attenzione verso le singole persone, soprattutto i più anziani, che non possono essere lasciati soli e gli ammalati. In questo periodo la famiglia può ritrovare la sua vocazione originaria di Chiesa domestica, così che è facilitata nel pregare insieme anche attraverso i mezzi di comunicazione”.