Che un gruppo di giovani si interessi alla cosa pubblica e, nello specifico, ai temi ambientali, è un fatto positivo. Senza se e senza ma. È la risposta migliore di una generazione che spesso viene accusata di scarso senso civico e scarsa partecipazione sociale.
Quindi, bene – benissimo, anzi – che anche a Como, città di provincia, abbia attecchito il movimento Fridays for Future, lanciato dalla giovane ambientalista Greta Thunberg.
Fatta questa premessa, è lecito poi interrogarsi sulle posizioni e sui messaggi lanciati dai giovani ambientalisti comaschi, al netto della loro riluttanza a comparire davanti alle telecamere.
In pochi mesi hanno, nell’ordine: contestato il secondo lotto della Tangenziale di Como per l’impatto ambientale, appoggiato uno sciopero dei ferrotranvieri e, in ultimo, criticato l’apertura di un posteggio a Como decentrato e gratuito.
Va bene l’approccio controcorrente, la critica e la provocazione. Ma si rischia di perdere di vista il problema nel suo complesso. Perché un nuovo parcheggio (gratuito, creato senza rinunciare a un metro quadrato di verde) evita che gli automobilisti girino e inquinino cercando un posto. Perché uno sciopero dei treni, anche se legittimo nelle motivazioni, obbliga migliaia di persone a prendere l’auto. Inquinando. E ancora, il secondo lotto della Tangenziale – pur sacrificando una porzione di territorio, vero – eviterebbe lunghissime code di attraversamento di Como. Code che, nemmeno a dirlo, inquinano.
Certamente gli esempi virtuosi esistono, e le rivoluzioni green della mobilità devono essere un obiettivo da raggiungere presto. Nel frattempo, però, bisogna spingere le persone a lasciare le auto ferme. Spente. In un posteggio facile da raggiungere. O nel garage di casa, se le ferrovie non scioperano.
Bene quindi la partecipazione. Attenzione, però, alle contraddizioni.