Isolamento volontario e controlli quotidiani dello stato di salute degli studenti rientrati dalla Cina, effettuati dal personale del dipartimento di igiene e prevenzione sanitaria del territorio. L’Ats Insubria, l’Agenzia di Tutela della Salute, ha inviato ai dirigenti scolastici comaschi le indicazioni pratiche per la gestione di bambini e ragazzi che fossero di rientro dalle zone a rischio per l’epidemia di Coronavirus.
La circolare dell’Ats recepisce le indicazioni del ministero della Salute messe a punto per le scuole, in previsione del rientro di numerosi studenti che hanno trascorso un periodo in Cina. Non tutti in realtà hanno avuto la possibilità di rientrare in Italia perché le zone più a rischio, come noto, sono state isolate e sono stati inoltre sospesi i collegamenti aerei diretti tra Italia e Cina.
I presidi di tutte le scuole lariane devono segnalare all’Ats Insubria i dati degli studenti di rientro dalla Cina, con i riferimenti precisi sul viaggio e i contatti delle famiglie. “Gli operatori sanitari dell’Ats – è indicato nella circolare – contatteranno tempestivamente i genitori per indicare l’osservanza di un periodo di permanenza volontaria, fiduciaria, a domicilio del minore con astensione dalla frequenza scolastica, per i 14 giorni successivi al rientro dall’area epidemica”.
Rimanere a casa è una decisione volontaria, in via precauzionale. “Durante il periodo di sorveglianza, gli operatori verificheranno quotidianamente l’eventuale insorgenza di sintomi a seguito dei quali saranno attivati specifici approfondimenti diagnostici – si legge ancora nella direttiva – In assenza di comparsa di sintomi, l’alunno, al termine dei 14 giorni, rientrerà a scuola senza necessità di produrre alcun tipo di certificato”.
Le segnalazioni all’Ats di persone rientrate dalla Cina devono essere fatte esclusivamente dalle scuole, dai medici di medicina generale o dai pediatri di libera scelta. “Non sono previste altre modalità di attivazione della sorveglianza” precisano i vertici di Ats, che aggiungono inoltre che “I controlli non si applicano per situazioni in cui l’alunno è convivente di un soggetto rientrato dalla Cina negli ultimi 14 giorni senza aver egli stesso effettuato il viaggio in area a rischio”.