C’era anche un comasco tra i direttori d’orchestra del Festival di Sanremo 2020. Sul palco dell’Ariston, Filadelfo Castro, che vanta già collaborazioni con numerosi artisti nazionali e internazionali, ha diretto il brano di Rita Pavone. “La mia collaborazione con lei è nata in maniera veramente bella e spontanea – ha raccontato Castro – Claudio Cecchetto, il grande talent scout, con cui collaboro da tempo per vari progetti, ha suggerito a Rita di lavorare con me. Ne è nata una collaborazione stupenda, con un gran feeling ed è andato tutto alla grande. Da questo Sanremo – ha proseguito l’artista – mi porto a casa tante cose bellissime, ma la cosa bellissima è stato l’aspetto musicale, il rapporto con i ragazzi dell’orchestra e gli altri direttori. Mi è piaciuta molto la canzone che ha vinto, Diodato è un grande artista. Mi sono piaciuti molto anche Gabbani e i Pinguini Tattici Nucleari. Hanno scelto degli artisti bilanciati, con dei bei pezzi di temi diversi”.
Tra i personaggi controversi del Festival, Morgan, che è stato squalificato con Bugo. Castro ha assistito al litigio tra i due dietro le quinte, perché era proprio in attesa di esibirsi dopo di loro. “E’ stato divertentissimo, perché ero lì – ha detto Castro – Sembrava uno sketch televisivo, ma in realtà hanno litigato per la questione della cover. Morgan ha presentato nove volte le partiture sbagliate, poi lui dice che l’hanno sabotato, ma la verità la sapranno solo loro. Quindi c’è stato questo attrito, la cover non è venuta bene, l’orchestra li ha penalizzati e lui, risentito, ha pensato di cambiare il testo all’ultimo minuto”.