Olindo Romano torna in tribunale a Como senza la moglie Rosa Bazzi, che ha scelto di rimanere in carcere. Oltre 13 anni dopo la strage di Erba, oggi il caso è tornato sotto i riflettori nell’aula della Corte d’Assise del capoluogo. La nuova udienza è stata fissata per la valutazione di una richiesta della difesa dei coniugi responsabili del massacro, condannati in via definitiva all’ergastolo, di analizzare reperti a loro dire mai esaminati prima.
L’obiettivo dei difensori di Olindo Romano e Rosa Bazzi, Fabio Schembri, Luisa Bordeaux e Nico D’Ascola, è arrivare a presentare un’istanza di revisione del processo. Al termine dell’udienza di oggi la corte, presieduta da Valeria Costi, si è riservata la decisione sulle richieste dei legali. La riserva sarà sciolta entro i prossimi giorni.
In aula si sono confrontati i legali difensori di Olindo Romano e Rosa Bazzi e l’accusa, rappresentata da due dei magistrati che hanno coordinato le indagini sul massacro dell’11 dicembre 2006, Massimo Astori e Mariano Fadda. Il procedimento si è aperto con la richiesta della difesa di un’udienza a porte aperte. Istanza respinta dalla corte.
I difensori chiedono di poter esaminare alcuni reperti, in particolare materiale biologico e un cellulare, che sono stati prelevati in via Diaz dopo la strage e a loro dire non sono mai stati considerati. I legali chiedono inoltre di poter accedere al server della procura di Como con le intercettazioni ambientali effettuate in particolare nella camera d’ospedale in cui ricoverato l’unico sopravvissuto al massacro, Mario Frigerio e quelle fatte nell’abitazione di Olindo e Rosa. Per la difesa ci sono alcuni “buchi” nel materiale esaminato durante i processi e i legali vorrebbero avere la possibilità di esaminare l’intero materiale archiviato nei server. Richieste respinte dall’accusa, che non ha mai ritenuto necessari eventuali supplementi d’indagine.
Olindo Romano e Rosa Bazzi sono stati condannati all’ergastolo in tre gradi di giudizio per l’omicidio di Raffaella Castagna, del figlio di 2 anni Youssef, della mamma Paola Galli e della vicina Valeria Cherubini, oltre che per il tentato omicidio di Mario Frigerio.