Effetti collaterali da coronavirus, a risentirne è anche l’economia. Il Sistema Moda Italia li ha già previsti e potrebbe toccarli con mano anche prima di altri comparti, dall’alimentari all’energia, già martedì prossimo, quando è prevista l’apertura dell’edizione numero 30 di Milano Unica, salone italiano dedicato al tessile d’eccellenza. Un appuntamento che vede la partecipazione di 45 imprese del distretto serico comasco. Se già lo scorso settembre i buyer cinesi, come riferisce Pambianconews, fecero registrare un -13,7 per cento, per questa edizione il crollo potrebbe essere verticale. Non solo: ci sono fiere tessili internazionali che rischiano di saltare completamente come InterTextile Shanghai, Milano Unica Shangai, in programma a marzo, e Tezworld Parigi, realizzata da produttori cinesi nei giorni di Premiere Vision. Al problema delle fiere, causato dal blocco dei voli da e per la Cina, indetto dall’Italia e da diverse compagnie internazionali , si aggiunge la difficoltà di rifornimento da oltre la Grande Muraglia di materie prime tessili e anche di prodotti finiti.
«Da imprenditore, devo dire che ormai ogni sei mesi dobbiamo affrontare gravi questioni internazionali – spiega Michele Viganò, ceo di Seterie Argenti di Tavernerio – Dai dazi con gli Usa, alla Brexit, dalla Guerra nel Golfo all’embargo con la Russia, ora il coronavirus. Quello cinese è un mercato che stava andando bene. C’è poi la grande questione delle fabbriche in Cina. Per il Capodanno sono state chiuse una settimana in più, questo vuol dire che la merce arriverà tutta in ritardo. Noi lavoriamo con grandi brand e avvertiamo la loro preoccupazione».
Matteo Uliassi, titolare con i fratelli Paolo e Lisa, della Achille Pinto di Casnate con Bernate, sarà presente con uno stand alla prossima Milano Unica. «I buyer cinesi a Milano Unica non hanno mai fatto grandi numeri – spiega Uliassi – Si potrebbe invece avvertire maggiormente la loro assenza nell’appuntamento parigino di Première. Facile pensare che il coronavirus avrà effetti anche a breve termine sul consumo del prodotto finito».