“Il sistema di sorveglianza regionale è operativo. E’ importante non creare allarmismi, considerato anche che questo è il periodo con il picco di influenza stagionale”. L’assessorato alla Sanità della Lombardia rilancia gli appelli contro la psicosi da virus cinese mentre anche in Italia si moltiplicano i casi sospetti. Al momento nella Penisola non è stato confermato alcun caso. Negativi anche i controlli effettuati ieri all’ospedale Sant’Anna su una famiglia rientrata dalla Cina con febbre e sintomi respiratori.
La Regione ha diffuso le linee guida per medici di medicina generale e pediatri e per tutti gli ospedali, in particolare per i reparti di malattie infettive. Il primario dell’Asst Lariana Luigi Pusterla è tra i componenti della task force lombarda attivata per il coronavirus. Un gruppo di lavoro analogo è attivo al ministero della Salute, con costanti riunioni per una situazione in continua evoluzione.
Dal 26 gennaio, anche nell’aeroporto di Malpensa, su indicazione del ministero della Salute è attivo il protocollo di monitoraggio per i passeggeri dei voli provenienti dalla Cina, con misurazione a bordo della temperatura di passeggeri ed equipaggio. I comportamenti da seguire sono diffusi dalle autorità sanitarie, con materiale informativo in italiano, cinese e inglese. “I cittadini di ritorno dalle zone a rischio – è l’indicazione principale – in caso di sintomi respiratori: febbre, tosse secca, mal di gola e difficoltà respiratorie, devono rivolgersi al proprio medico curante oppure al numero 1500 messo a disposizione dal ministero o ancora al 112, Numero Unico di Emergenza”. L’invito è quello, in questi casi, di non presentarsi autonomamente al pronto soccorso.
Il presidente regionale di Avis Lombardia, l’associazione dei donatori di sangue, sottolinea che le trasfusioni non sono a rischio. “Avis promuove controlli serrati per garantire la sicurezza di donatori, riceventi e di tutto il personale – dice Oscar Bianchi – Non sono state documentate trasmissioni mediante la trasfusione di emocomponenti, ma abbiamo rafforzato le misure di sorveglianza, sospendendo per 21 giorni i donatori che rientrino da zone a rischio”.