Il coronavirus fa paura. E anche in riva al Lario c’è chi, autonomamente, inizia a prendere i primi provvedimenti. Decisione per certi aspetti clamorosa quella del Conservatorio di Como, frequentato anche da molti allievi di origine asiatica. Di fatto – con una nota sulla homepage dell’istituto – si chiede a tutti gli studenti di ritorno da viaggi in Cina di astenersi dal frequentare le lezioni per almeno 14 giorni dalla data del rientro. Il testo del messaggio viene riportato anche in lingua cinese. Una scelta autonoma dell’istituto e non dettata da prescrizioni dell’autorità sanitaria a livello locale, regionale o centrale.
“Gentili studenti – si legge – a nome della Direzione si comunica che per ragioni di profilassi, tutti gli studenti di ritorno da viaggi in Cina sono pregati dall’astenersi di frequentare il Conservatorio di Como per i 14 giorni successivi alla data di rientro”.
«Mi sono sentito in dovere di pubblicare quel messaggio su insistenza dei docenti, penso che lo farò rimuovere in serata – ha spiegato il direttore del Conservatorio Carlo Balzaretti – Si è trattato di un eccesso di zelo, ho verificato che siamo l’unico Conservatorio in Italia ad aver dato simili disposizioni. La stragrande maggioranza degli studenti cinesi del Verdi è rimasta in Italia per la ricorrenza del Capodanno – aggiunge – solo alcuni sono andati in patria e a loro specialmente erano già state rivolte misure di profilassi con una comunicazione interna in italiano, cinese, coreano e inglese. Non vogliamo creare inutili allarmismi né creare panico, ho solo aderito alla proposta dei colleghi con l’avviso online».
Balzaretti, inoltre, ha dovuto rimandare a data da destinarsi il suo viaggio in Cina, la partenza era prevista oggi. «Mi dovevo recare al maggior festival musicale cinese, è saltato tutto, laggiù la situazione è davvero pesante, sono nel caos».
Nelle scorse ore anche a Pavia si è registrato una situazione simile, in questo caso uno studente cinese di ritorno da una città vicina a Wuhan non potrà frequentare un corso all’università di Pavia. I test sono negativi, ma la malattia, è noto, ha due settimane di incubazione.