Cittadini disorientati di fronte ai provvedimenti adottati e poi revocati senza criteri chiari per contenere i livelli di polveri sottili nell’aria. I meccanismi alla base delle decisioni prese non appaiono infatti così trasparenti all’occhio degli automobilisti. Gli uffici della polizia locale di Como in questi giorni sono stati sommersi dalle chiamate dei cittadini con richieste di chiarimento sui provvedimenti in vigore. Da ieri sono infatti scattate in provincia di Como, così come in quasi tutto il resto della Lombardia, le misure di primo livello, tra le quali rientra il blocco delle auto diesel euro 4 private dalle 8.30 alle 18.30. Provvedimenti che si applicano automaticamente nei comuni di con più di 30mila abitanti, mentre per i comuni più piccoli serve un’adesione volontaria. E dopo soltanto due giorni dall’entrata in vigore delle misure, a partire da domani, giovedì 30 gennaio, saranno già revocate nelle province di Como e Varese. Secondo la direttiva regionale, i giorni settimanali di controllo delle polveri e di conseguente decisione sull’adozione o la revoca dei provvedimenti sono il martedì e il giovedì. Si sarebbe dovuto dunque attendere domani per valutare la situazione, mentre già oggi, dopo soltanto un giorno di abbassamento delle polveri nell’aria, Regione Lombardia ha annunciato la revoca delle misure. La media provinciale di Pm10 nella giornata di ieri è stata infatti di 45,7 microgrammi al metro cubo, quindi al di sotto della soglia di allerta fissata a 50.
“Le concentrazioni di polveri sottili – ha spiegato l’assessore all’Ambiente e Clima della Regione Lombardia, Raffaele Cattaneo – hanno fatto registrare valori in generale miglioramento nella maggior parte della Regione. In particolare, a Como e Varese si è registrato il primo giorno inferiore al limite che, unito a previsioni favorevoli alla dispersione consente la revoca delle misure temporanee”. I provvedimenti rimangono attivi nelle province di Milano, Monza, Lodi, Pavia, Bergamo, Cremona e Mantova. Resta la confusione e il disorientamento dei cittadini, anche per la difficoltà nell’individuare un fonte unica di informazione.