L’allerta è massima, i sospetti e i timori si moltiplicano. Il coronavirus sembra avvicinarsi. Dalla Cina al Canada, dalla Spagna alla Svizzera e all’Italia. La stessa Organizzazione mondiale della Sanità ora parla di rischio “alto”.
A due passi da Como nella vicina Confederazione per i due casi sospetti all’ospedale Triemli di Zurigo bisognerà aspettare probabilmente fino a domani mattina per l’esito degli esami. I due pazienti, rientrati dal un soggiorno in Cina, sono stati ricoverati e sarebbero in quarantena. Dal presidio sanitario arrivano rassicurazioni, si parla – riferiscono i media rossocrociati – di sospetto debole. La notizia sta comunque facendo crescere la preoccupazione per il diffondersi del virus dopo i tre casi confermati in Francia e, soprattutto, dopo aver chiarito che si può essere contagiosi prima di sviluppare i sintomi.
A Milano l’emergenza sanitaria è scattata sabato sera per una giovane studentessa cinese rientrata da Wuhan: aveva accusato sintomi sospetti ma i primi accertamenti hanno escluso che possa trattarsi di coronavirus.
A Como per ora nessuna allerta ma massima vigilanza. Dagli ospedali Sant’Anna e Valduce viene confermato come attualmente non ci sia alcun caso sospetto, restano in vigore le raccomandazioni del Ministero della Salute. A tal proposito va ricordato che il virus causa febbre, tosse, difficoltà respiratorie. «Nei casi più gravi – spiegano gli specialisti – l’infezione può portare polmonite, sindrome respiratoria acuta grave, insufficienza renale e persino la morte». Sui siti dell’Asst Lariana e dell’Ats Insubria si trovano informazioni e i consigli per ridurre il rischio di trasmissione del virus. “L’apparato di sicurezza sanitaria messo a punto da Regione Lombardia in stretto raccordo con il Ministero della Salute è operativo – fa sapere l’assessore regionale al Welfare, Giulio Gallera – si effettuano controlli su passeggeri direttamente in aereo, sono stati attivati percorsi specifici con i medici di base e attraverso l’azienda regionale per l’emergenza urgenza. Niente allarmismi – aggiunge – i numeri di riferimento sono il 112 o quello del ministero, il 1500”.
Da ieri mattina anche nell’aeroporto di Malpensa è attivo il protocollo per i passeggeri dei voli della Cina con misurazione della temperatura direttamente a bordo. Infine Gallera invita “a non farsi prendere da infondate paure e per ogni dubbio a rivolgersi al medico di base e non andare autonomamente in pronto soccorso, ma se necessario chiamare il 112 attraverso il quale saranno attivati i percorsi necessari”.