Cappotti, pantaloni, borse, cinture, scarpe, occhiali. Un milione di euro di abiti e accessori delle griffe internazionali di moda acquistati in Svizzera, a Mendrisio, portati in Italia senza pagare imposte e dazi e poi rivenduti nella Penisola e in Cina. Un vasto giro d’affari, scoperto dalla guardia di finanza di Como. Le fiamme gialle hanno denunciato tre cinesi residenti a Milano, accusati di contrabbando aggravato e autoriciclaggio. Accertata un’evasione dei diritti doganali di oltre 300mila euro.
L’indagine, partita da una segnalazione al 117, è stata condotta dai Baschi Verdi della Compagnia di Como, coordinati dal pubblico ministero Maria Vittoria Isella. Le fiamme gialle, grazie a una serie di appostamenti alle dogane di Bizzarone e Brogeda, hanno accertato che un cinese residente a Legnano, nel Milanese, faceva quasi quotidianamente la spola tra l’Italia e un centro commerciale di Mendrisio, a pochi chilometri dal confine. Rientrava dopo aver acquistato abiti e accessori di note case di moda ma senza mai dichiarare alcun acquisto in dogana, evadendo completamente Iva e dazi.
I militari delle fiamme gialle hanno deciso di procedere con una perquisizione nell’appartamento dell’uomo e hanno scoperto 300 capi griffati per un valore commerciale di circa 400mila euro, destinati a clienti residenti in Cina. I finanzieri hanno sequestrato gli abiti e una serie di documenti legati al giro d’affari. Le indagini hanno permesso di accertare il coinvolgimento di altri due asiatici che, con il primo cinese individuato gestivano un vasto commercio illecito di capi dei più noti marchi di moda, importati dalla Svizzera violando le norme e poi venduti a connazionali residenti su tutto il territorio italiano e all’estero.
Gli abiti venivano consegnati tramite i comuni servizi di spedizione ma anche tramite connazionali del venditore che arrivavano in Italia per viaggi turistici e tornavano mettendo in valigia la merce da consegnare. I clienti pagavano tramite una piattaforma online cinese tra le più utilizzate per il commercio digitale.
Complessivamente, sono stati ricostruiti acquisti in un unico centro commerciale di Mendrisio per un milione di euro tra il 2017 e il 2018 e un’evasione di 320mila euro di diritti doganali.
complimenti alla guardia di Finanza che hanno stroncato quello che era un vero e proprio scherzo cinese. alla fantasia non c’è limite ma alla fine ha prevalso la giustizia. bravi!