Incendio alla discarica di Mariano Comense del 25 marzo scorso: la Procura archivia le indagini.
La colonna nera di fumo che si alzò in cielo, era visibile da chilometri di distanza. In pieno giorno, un gigantesco incendio divampò nella discarica di Mariano Comense. Non era il primo, già ce ne erano stati in passato. Per quella vicenda la Procura di Como aprì un’indagine, nel tentativo di appurare una eventuale matrice dolosa dietro all’accaduto, in giorni in cui proprio la discarica era al centro di polemiche. Il pm Mariano Fadda, dopo mesi di verifiche e consulenze sul punto di innesco e la propagazione del fuoco, ha però archiviato il fascicolo. Non ci sarebbe alcuna matrice dolosa e quell’incendio nacque per autocombustione, aiutato dal clima molto secco e ventoso di quei giorni di marzo. Per spegnere il rogo i vigili del fuoco lavorarono per giorni.
Le fiamme arrivarono a colpire anche un vicino bosco tenendo con il fiato sospeso l’intera cittadinanza che temeva anche per la salute pubblica.
Una settimana dopo il rogo, tuttavia, giunse da Arpa la rassicurazione che tutti attendevano: l’incendio aveva avuto «un impatto di rilevanza contenuta». Grazie ai vigili del fuoco e alle condizioni atmosferiche, già dal giorno successivo i valori dei contaminanti erano infatti rientrati nei livelli normalmente registrati nella zona.