Como e Varese: unire gli intenti e lavorare insieme. Il futuro va in questa direzione. Sono d’accordo i sindaci delle due città e i fronti aperti sono numerosi dalle infrastrutture ai rapporti con la Svizzera.
“Il presente è già in parte caratterizzato da un collegamento diretto. Su alcuni temi, si potranno creare sinergie comuni”. Il primo a intervenire è il sindaco della città giardino Davide Galimberti di ritorno da Roma dove, insieme ad altri nove colleghi, ha illustrato al presidente della Repubblica Sergio Mattarella, il primo Rapporto nazionale sulle città di medie dimensioni, curato dalla Fondazione Mecenate 90 per l’Associazione nazionale dei comuni.
Scopo fondamentale della ricerca è quello di “ripensare il futuro di queste realtà intermedie per evitare di essere risucchiati senza possibilità di confronto con le aree metropolitane che per noi, così come per Como, significa confrontarsi con Milano”, spiega Galimberti.
Ciò non significa che il capoluogo di regione rappresenti il nemico anzi “resta un faro che però è inutile tentare di emulare o inseguire”.
E allora ecco che se il binomio Como-Varese è già un’affermata realtà grazie all’Università dell’Insubria, all’Ats Insubria nel campo dei servizi sanitari e con un’unica agenzia del trasporto locale pubblico, molto si può ancora fare a partire dalle infrastrutture. Un tema su tutti: la Pedemontana. “Il completamento è necessario e un asse tra le due province potrebbe spingere sulla conclusione delle tangenziali e sulla loro gratuità”, chiarisce ancora Galimberti.
“Oggi non fare sinergia è irragionevole perché nessuno può sopravvivere a se stesso. Soprattutto se si ha come dirimpettaio Milano”. Interviene il sindaco di Como Mario Landriscina che rilancia. “Su certi temi importanti come lo sviluppo del tessuto economico, le sinergie a livello culturale e accademico e sul tema delle infrastrutture, non penso che debba importare la differenza di orientamento politico. Ma deve essere necessario un intento comune a livello amministrativo”, spiega. “Como in più ha anche una visibilità internazionale senza pari. Insomma gli aspetti interessanti ci sono e vanno approfonditi”, prosegue il ragionamento di Landriscina che propone di realizzare, se possibile, un’agenda delle priorità, degli argomenti da mettere in cima a un’ipotetica lista delle richieste da avanzare insieme.
“Dal traffico che per entrambe le città è un problema a un ulteriore sviluppo dell’università. Senza tralasciare la nostra vicinanza con la Svizzera e tutti i temi caldi connessi a partire dal lavoro dei frontalieri” chiude il primo cittadino di Como.