Cultura comasca da rilanciare. Decisive le scelte dei prossimi 12 mesi. Tra gli obiettivi da raggiungere: l’esposizione delle monete romane e la fondazione di Villa Olmo. In una città sempre più a vocazione turistica non si può puntare soltanto sulla bellezza dei paesaggi, sulla storia e sulle tradizioni, che pure sono un traino fondamentale, bisogna presentare spazi e proposte in grado di attirare visitatori e di incuriosire i cittadini che sempre più spesso, negli ultimi anni, si spostano nelle province vicine o varcano il confine richiamati da eventi ed esposizioni di pregio.
Per questo il 2020 sarà decisivo a partire dal Tesoro di Como, ossia dal ritrovamento delle monete d’oro di epoca romana trovate in via Diaz nell’ex Cressoni la cui mostra è prevista al Museo Giovio, non senza problemi da risolvere. E a proposito di musei c’è da restaurare il Tempio Voltiano, i lavori dovrebbero iniziare a gennaio ma la madre di tutte le sfide si chiama Villa Olmo, storica sede di grandi mostre, proprietà comunale da quasi un secolo.
La Fondazione che per volontà di Palazzo Cernezzi gestirà il compendio sta per nascere, nell’iter l’amministrazione è coadiuvata dalla società romano-milanese Struttura che ha vinto il relativo bando, ma ci sono ancora molte questioni da affrontare.
I prossimi 12 mesi saranno consacrati a ottenere l’assenso a parteciparvi da parte di Provincia, Camera di Commercio e Regione (quello con il Pirellone è uno dei prossimi incontri in agenda insieme a quello con la Soprintendenza). Poi andrà pubblicato l’avviso pubblico per le manifestazioni di interesse da parte dei privati (la cui partecipazione è un altro pilastro dell’operazione) e poi occorrerà proporre statuto e patti parasociali della fondazione al consiglio comunale.