La maxi-operazione contro le cosche di ‘ndrangheta di Vibo Valentia, in Calabria, che oggi ha portato in carcere 260 persone, più altre 70 ai domiciliari, ha sfiorato anche la provincia di Como. Tra le persone arrestate c’è anche un avvocato 47enne di Lamezia Terme balzato all’onore delle cronache come difensore del titolare dell’assegno da 100 milioni di euro sequestrato il 20 novembre scorso alla frontiera di Maslianico.
Quel giorno, la guardia di finanza aveva fermato al valico un’Alfa Romeo 166 diretta in Svizzera con a bordo quattro uomini: un calabrese 56enne, già noto alle forze dell’ordine, un fiorentino 45enne, un iraniano 38enne e un afghano di 60 anni residente in Germania. L’assegno da 100 milioni di euro trovato nell’auto era stato emesso da una banca di Ginevra. I quattro erano stati indagati dalla Procura di Como per riciclaggio.
Uno dei legali che successivamente hanno presentato istanza al Tribunale del Riesame per chiedere il dissequestro dell’assegno è stato coinvolto nell’inchiesta “Rinascita Scott” coordinata dal procuratore Nicola Gratteri. I 334 indagati sono accusati a vario titolo di associazione mafiosa, omicidio, estorsione, usura, fittizia intestazione di beni, riciclaggio e altri reati aggravati dalle modalità mafiose.
L’operazione ha consentito di individuare le ramificazioni della ‘ndrangheta in tutta Italia e all’estero, facendo emergere legami con personaggi del mondo politico e dell’imprenditoria.