Con l’accusa di tentato omicidio, ma anche di minacce, danneggiamento e di aver portato un’arma in luogo pubblico, due uomini sono finiti nei guai, iscritti sul registro degli indagati dal pubblico ministero Massimo Astori. La vicenda risale allo scorso 21 agosto a Erba e vede protagonisti due fratelli: uno accusava l’altro di avere avuto una relazione sentimentale con la moglie.
Rapporti che si erano via via diradati anche per questioni lavorative mai risolte.
Fino al pomeriggio del 21 agosto – appunto – quando il “tradito” si era presentato con un collega di lavoro all’esterno della ditta dove lavorava non solo il fratello, ma anche il padre.
Li aveva chiamati e dopo aver impugnato un revolver, aveva esploso tre colpi di arma da fuoco da una distanza di quindici metri. I proiettili non erano andati a segno.
L’inchiesta è stata chiusa nelle scorse ore.
Nei guai è finito l’uomo che esplose materialmente i colpi, ovvero un ucraino di 28 anni, e il suo collega di lavoro (un connazionale di 23 anni residente a Segrate) che, secondo la tesi della pubblica accusa, l’avrebbe accompagnato sul luogo dell’agguato.
Quest’ultimo è l’unico ad essere finito in manette, in quanto il fratello – fin dai minuti successivi al fatto di cronaca – scappò all’estero e di lui da allora si sono perse le tracce.
Secondo il pm, il 28enne scese dall’auto – guidata dal collega – già impugnando la pistola e sparando subito dopo i tre colpi in successione.
Il 23enne, è invece accusato di aver fatto da “palo” all’aggressore, controllando anche che nessuno potesse intervenire.