I residenti di Campione d’Italia tornano a far sentire la loro voce di protesta contro l’ingresso dell’enclave nello spazio doganale europeo, che dovrebbe attuarsi, salvo clamorosi colpi di scena, il 1° gennaio 2020. “L’applicazione di questa direttiva – interviene il Comitato civico – determinerà l’immediata interruzione dei rapporti di buon vicinato con la Svizzera, comportando inevitabilmente la cessazione di molti servizi pubblici essenziali che oggi vengono garantiti agli abitanti di Campione mediante la collaborazione funzionale con la Confederazione elvetica, in particolare con il Canton Ticino”.
Il Comitato chiede quindi al governo italiano l’immediata sospensione della direttiva. “Pare del tutto illogico – dicono i cittadini – che dal 1° gennaio si proceda all’adozione della direttiva “al buio”, senza prima individuare, attraverso un tavolo tecnico, le idonee soluzioni alle tante e gravi criticità che si manifesterebbero nella vita quotidiana di ogni residente”. Tra i servizi a rischio, così come elencati dal Comitato, la raccolta e lo smaltimento dei rifiuti, la nascita e la morte dei campionesi in strutture svizzere, l’immatricolazione di auto e moto e le patenti di guida, il servizio postale, lo smaltimento delle acque reflue, telefonia, internet e tv, servizio ambulanza, pompieri e pronto intervento, il trasporto pubblico che collega Campione ai limitrofi Comuni svizzeri, l’erogazione dell’energia elettrica, il riscaldamento degli edifici, la scuola.
I cittadini chiedono un intervento “urgente, prima che gli organi competenti svizzeri adottino provvedimenti nei confronti degli abitanti di Campione, poi difficilmente recuperabili, e che complicherebbero una situazione del territorio già di per sé drammatica”.