Accompagnare i nipoti all’asilo e a scuola, andare al campo sportivo per l’allenamento, immatricolare le auto. Persino nascere e morire, dal primo gennaio prossimo, per i residenti di Campione d’Italia diventerà una complessa pratica burocratica. Tutto si scontrerà contro una dogana. Una barriera non simbolica ma concreta, che trasformerà la vita quotidiana in un percorso a ostacoli.
“Ironia della sorte o estrema beffa – spiegano i portavoce del comitato civico – gli uffici doganali campionesi saranno collocati nei locali che un tempo ospitavano la vecchia azienda di promozione turistica, di fronte al casinò chiuso da oltre un anno e simbolo della crisi del paese”. Una tesi ribadita questa mattina dai cittadini, esasperati, che si sono riuniti ancora una volta nella galleria civica per protestare e chiedere aiuto.
Il primo gennaio prossimo, salvo clamorosi colpi di scena che sembrano ormai un miraggio, Campione entrerà nello spazio doganale europeo. “Dall’erogazione di acqua e luce al servizio postale, dalle ambulanze ai pompieri, tutto diventerà un problema perché si tratta di servizi storicamente garantiti dalla Svizzera – dicono i residenti – Un nonno che porta un bambino all’asilo o al campo sportivo nei paesi confinanti dovrà varcare una dogana, con tutto quello che questo comporta. Lo stesso varrà in caso di nascita o di morte. Un neonato che viene portato a casa da un ospedale svizzero dovrà passare un confine senza avere ancora i documenti. E questo è solo per fare qualche esempio delle situazioni paradossali che ci troveremo ad affrontare”.
I cittadini di Campione continuano a sperare in un rinvio dell’entrata in vigore della direttiva europea. “La situazione è drammatica – hanno ripetuto oggi i portavoce del comitato civico – e non riusciamo a capire perché, visto che sul fronte della politica tutti sembrano essere in sintonia, non ci si impegni per ottenere una sospensiva”.