Il caso Scibelli infiamma l’aula del consiglio comunale. Ieri sera è andato in scena un serrato botta e risposta tra maggioranza e opposizioni.
La vicenda è oramai nota: secondo la sentenza del giudice del lavoro di Como il licenziamento di Filippo Scibelli è illegittimo. Il Comune di Como non avrebbe dovuto revocare l’incarico all’ex colonnello dei carabinieri, che all’inizio del 2018, nel giro di due settimane, era stato prima assunto come capo di Gabinetto di Palazzo Cernezzi e poi allontanato per presunti motivi di incompatibilità. Il giudice con la sentenza aveva inoltre condannato il Comune a risarcire il danno.
La scorsa settimana la lista “Rapinese Sindaco” ha proposto una mozione di sfiducia all’assessore al Personale, Elena Negretti, ritenuta dalla lista di opposizione il responsabile politico, perché, sempre a parere del gruppo, non avrebbe saputo gestire gli uffici.
A intervenire in difesa dell’assessore è stata ieri sera la Lista Insieme per Landriscina, con le parole del consigliere Franco Brenna: “Intervengo questa sera a sostegno dell’assessore Elena Negretti a mio avviso non correttamente presa di mira da alcuni membri del consiglio comunale per il discusso caso Scibelli – ha detto Brenna – Nella fattispecie dell’affare Scibelli gli elementi dei quali siamo in possesso non sono adeguati e la situazione si manifesta in tutta la sua speciosità. Quanto accaduto si manifesta quanto valutazione tecnica e non deve ricadere nella politica. La politica non entra per scelta, per norma e per volontà in valutazioni che sono di natura esclusivamente tecnica ed è per questo che mi sento insieme alla lista che rappresento di presentare tutta la mia stima e la mia difesa nei confronti di Elena Negretti”.
A rispondere è Fulvio Anzaldo, consigliere della Lista Rapinese: “A mio modo di vedere la politica c’entra eccome. Il sindaco, il 26 gennaio 2018, comunica al dirigente di aver optato per il dottor Scibelli. Il sindaco, dunque la politica”. Anzaldo ripercorre poi tutte le fasi che hanno portato alla nomina dell’ex colonnello dei carabinieri.
A intervenire infine è Alessandro Rapinese che definisce “una presa in giro” la selezione a cui hanno partecipato in totale 18 persone ma che, dopo il licenziamento di Scibelli, non sono più stati presi in considerazione.
“Le funzioni di Scibelli sono state infatti ridistribuite all’interno dell’ente”, dice Anzaldo.