La magistratura svizzera ha archiviato l’inchiesta sulla tragedia del 30 aprile 2018 nel Canton Vallese, tra Chamonix e Zermatt, costata la vita a sette scialpinisti, di cui sei italiani. Tra le vittime anche la guida alpina comasca Mario Castiglioni, 52 anni, la moglie Kalina Damyanova e Andrea Grigioni, 45enne infermiere di Lurate Caccivio. Castiglioni era il capofila della spedizione che si è trasformata in tragedia. Gli alpinisti si erano persi nella bufera e avevano passato la notte al gelo a 3.270 metri di quota, lungo l’itinerario Haute Route dal Monte Bianco al Cervino.
Per il ministero pubblico del Canton Vallese “nessuna responsabilità penale è imputabile a un individuo vivente”. Il 27 agosto scorso aveva già annunciato di voler archiviare il caso e l’8 ottobre sono scaduti i termini concessi alle parti per richiedere l’acquisizione di nuovi mezzi di prova. Contro l’archiviazione è ancora possibile ricorrere al tribunale cantonale. Tutti i partecipanti all’escursione erano alpinisti esperti. Il 52enne comasco era una guida alpina dal 1992 e da tempo gestiva un’agenzia a Chiasso che si occupava proprio di organizzare e guidare spedizioni in alta montagna.