No all’aumento dell’Iva. L’accorato appello arriva da Coldiretti. “Alla luce dei consumi stagnanti, occorre scongiurare queste ipotesi che rischiano di generare una pericolosa spirale recessiva, ridurre ulteriormente i consumi e pesare sui cittadini più deboli” sono le parole del presidente di Como e Lecco, Fortunato Trezzi.
Un prodotto alimentare su quattro viene acquistato dagli italiani in promozione con l’obiettivo di cercare il risparmio e ridurre i costi del carrello della spesa, con effetti evidenti sul contenimento dell’inflazione. E’ quanto emerge da una analisi della Coldiretti commentando i dati Istat sull’inflazione che a settembre rimane contenuta.
“Qualsiasi forma di aumento porterebbe ad una riduzione dei consumi con il rischio reale di compromettere le opportunità di crescita anche nel territorio delle nostre province – spiega ancora Trezzi – Non possiamo dimenticare che in Italia non solo si usa poco la carta di credito ma ci sono ben 2,7 milioni di cittadini che non hanno neanche i soldi per acquistare da mangiare”.
Inoltre va considerata anche la situazione che vivono le imprese agricole, in balia costante delle dinamiche di mercato: nei campi, infatti, è deflazione profonda con gli agricoltori che – denuncia Coldiretti – si vedono oggi pagare la frutta, dalle albicocche alle pesche, pochi centesimi, circa il 30% in meno rispetto allo scorso anno e al di sotto dei costi di produzione.
“Gli agricoltori – prosegue Trezzi – per potersi permettere un caffè devono vendere tre chili di frutta. Serve intensificare l’attività di controllo e vigilanza anche per evitare che vengano spacciati come nazionali prodotti importati”. L’obiettivo – viene chiarito – è ristabilire condizioni contrattuali più eque lungo la catena di distribuzione degli alimenti.
Preferire la vendita diretta, scegliere i prodotti a chilometro zero questi i consigli dell’associazione per sostenere l’economia e l’occupazione locale.