“Il non rispetto delle indicazioni del consiglio e l’assenza di una maggioranza. Questo è il nostro impegno per cercare di mettere fine all’esperienza Landriscina per questo Comune”. Così Alessandro Rapinese mette nero su bianco i motivi che stanno dietro alla mozione scattata dopo che – spiegano i consiglieri – il primo cittadino non ha risposto nei tempi previsti ad un’interrogazione lanciata dallo stesso gruppo d’opposizione, nella quale si chiedeva quante mozioni approvate dal consiglio avessero poi ricevuto concreta attuazione.
“C’è una paralisi amministrativa. Soltanto per quanto riguarda la nostra Lista sono state approvate 16 mozioni, solo tre di queste hanno avuto effettiva applicazione. Anche per quanto riguarda gli Ordini del Giorno: 14 approvati e soltanto due applicati”, spiegano ancora i consiglieri Rapinese, Fulvio Anzaldo e Paolo Martinelli. Perché però il documento sia discusso, la mozione deve avere in calce 13 firme. “Siamo aperti a valutare eventuali modifiche qualora ce ne fossero da parte della minoranza”, spiegano, infine, i consiglieri della Lista Rapinese.
Dando per scontato che tutti i consiglieri di opposizione firmino il testo, si arriverebbe a 12 firme, compresa l’ex Ada Mantovani ora nel gruppo misto. Per essere discussa la sfiducia al sindaco in consiglio comunale ha comunque bisogno dell’adesione di un eletto del centrodestra, quindi Forza Italia, considerando che Lega, Fratelli d’Italia e Lista Landriscina appaiono allineati.
Il sindaco al momento preferisce non commentare, riservandosi di valutare il da farsi nei prossimi giorni.