I lavori all’Asilo Sant’Elia finiscono al centro delle polemiche. L’opera architettonica di Giuseppe Terragni – è noto – al momento non ospita gli alunni perché una ristrutturazione dell’edificio non era più rinviabile.
E’ Attilio Terragni, pronipote dell’architetto razionalista, a intervenire in queste ore su Facebook rivolgendosi direttamente all’assessore ai Lavori pubblici di Como, Vincenzo Bella e interpellandolo su alcuni presunti danni alla struttura che vengono attribuiti al cantiere in corso.
“Mi chiedo chi pagherà i danni. Si tratta già di somme notevoli – scrive in un lungo post – Lei non ha rispettato l’accordo informale condiviso nell’ultima riunione. Quindi la informo – aggiunge – che martedì mi recherò in Soprintendenza per chiedere ufficialmente di fermare questi lavori per la conservazione di un capolavoro dell’architettura mondiale”.
E di seguito ha postato la foto di un vetro graffiato. “A seguire – scrive ancora Terragni – inizieremo una raccolta firme per divulgare a tutta la cittadinanza i fatti e chiedere che vengano individuati i responsabili” ha concluso l’architetto Attilio Terragni anche a nome dell’Archivio Terragni.
Un altro architetto comasco che si è rivolto alla Soprintendenza aprendo il caso della manutenzione dello storico asilo con un esposto che ha inviato a Maria Mimmo, funzionario responsabile per Como della Soprintendenza, è Paolo Brambilla, che abita di fronte all’edificio e, oltre a far parte del direttivo dell’Archivio Cattaneo di Cernobbio (che tutela la memoria del razionalista Cesare Cattaneo), svolge da anni una ricerca sul Razionalismo.
Tra le criticità che intende segnalare all’autorità di vigilanza ci sarebbe la scarsa cura con cui il materiale di valore all’interno dell’asilo sarebbe stato messo in sicurezza. “Ma quel che è peggio – dice – è che ho notato che la carteggiatura dei serramenti è stata fatta senza profilare con il nastro i vetri, con il risultato di importanti rigature. Credo pertanto che sarà necessaria la loro sostituzione”.
Critiche il progettista le esprime anche al colore delle tinteggiature sui serramenti dello spogliatoio che dà su via dei Mille. «Mi auguro – commenta Brambilla – che il Comune possa intervenire e sbloccare la situazione, si ha l’impressione che Palazzo Cernezzi abbia trattato un monumento di straordinario valore con criteri che fanno capo all’ordinaria manutenzione di una qualunque scuola pubblica».