Preoccupano e non poco i dati che emergono dal Rapporto Coldiretti “Sos Clima per l’agricoltura italiana” diffuso oggi a Bologna. Negli ultimi venti anni è sparita quasi una pianta da frutto su quattro, fra mele, pere, pesche, arance, albicocche e altri frutti con un gravissimo danno produttivo ed ambientale per il ruolo che svolgono nella mitigazione del clima anche ripulendo l’aria dall’anidride carbonica e dalle sostanze inquinanti come le polveri PM10. E in stalla non va meglio – spiega l’associazione – ben due milioni di mucche, maiali, pecore e capre sono scomparsi dalle fattorie italiane negli ultimi dieci anni anche per effetto del surriscaldamento che ha inaridito i pascoli, ridotto la disponibilità di foraggio, tagliato la produzione di latte nelle stalle colpite dal moltiplicarsi dei colpi di calore estivi e aumentato i costi per garantire il benessere degli animali in condizioni climatiche più difficili.
Il rapporto arriva, non a caso, nel giorno del terzo sciopero mondiale per il clima.
A Bologna è arrivata una nutrita delegazione dalle due province lariane guidata dal presidente della Coldiretti interprovinciale Fortunato Trezzi e dal direttore Giovanni Luigi Cremonesi: “Il nostro territorio ha toccato con mano anche negli ultimi mesi gli effetti di un “clima pazzo” che, nell’anno in corso, ha portato effetti disastrosi sull’agricoltura del comprensorio – hanno sottolineato – un anno iniziato all’insegna di incendi che hanno devastato centinaia di ettari di bosco in Alto Lago e proseguito con fasi alterne di pioggia, siccità e fenomeni estremi, come bombe d’acqua e grandinate, che hanno prodotto effetti negativi sull’andamento dell’annata agraria: emblematico – concludono Trezzi e Cremonesi – è il caso della produzione di miele, con una stagione che si conferma disastrosa, senza termini di paragone con anni recenti, e che ha visto pressochè annullata la produzione di una delle varietà più caratteristiche, quella del miele d’acacia”.