Lettera aperta e appello sottoscritto da tutte le imprese del mercato coperto di Como (in rappresentanza di più di 80 tra dipendenti, collaboratori e titolari). L’oggetto è la difficile convivenza con situazioni di degrado che sono diventate – a detta degli esercenti – insostenibili. La missiva arriva da Confesercenti che mette nero su bianco i problemi ponendoli, nuovamente, all’attenzione di sindaco e assessori comunali e in aggiunta a chi si occupa di volontariato.
“Ci riferiamo alle persone che pernottano sulle scale del Padiglioni ex Grossisti” scrivono, citando poi esempi concreti “l’odore dei bisogni corporali, le continue discussioni in cui veniamo purtroppo talora coinvolti si accompagnano a una generale sporcizia che viene lasciata, la costante presenza dei questuanti”.
“Diversi clienti ci hanno manifestato apertamente il loro disagio e qualcuno, purtroppo, ha già deciso di non frequentare più i nostri negozi” si legge ancora nella missiva che nel finale chiede un intervento dell’amministrazione.
“Noi ci guardiamo bene dall’entrare nel merito delle diatribe politiche cittadine e non giudichiamo le cause che portano molti ragazzi, per lo più di origine africana, ad una vita così abbruttita e priva di speranza. Non è questo il nostro compito. Noi dipendenti e titolari delle aziende concessionarie, riaffermiamo solo il nostro diritto a poter lavorare ed a far crescere le nostre aziende in un contesto sereno, pulito e rispettoso della dignità di tutti. Da troppo tempo se ne parla ma non si agisce: è arrivato il momento di darsi una mossa!”.
“Purtroppo – afferma il presidente di Confesercenti, Claudio Casartelli – la situazione di conflitto sociale che si è venuta a creare nelle vie Mentana e Sirtori, attorno al Mercato Coperto di Como, non è più sostenibile dagli operatori del Mercato stesso”.
“Crediamo che tutti i soggetti debbano fare la loro parte. Lanciamo un appello alla Caritas Diocesana affinché, il già pregevole lavoro svolto nel fornire vitto e alloggio nelle ore serali a tanti italiani e stranieri in difficoltà, si estenda al fine di facilitare la reciproca convivenza tra tutti i soggetti che a vario titolo frequentano la zona” conclude Casartelli.
I Commercianti hanno tutte le ragioni di questo mondo.E’ assurdo che per accogliere questa gente ci debbano rimettere economicamente i Cittadini/Commercianti Italiani.
E’ inaudita una cosa del genere. Se le varie associazioni di volontariato, e tutti coloro che insistono con l’accoglienza che risarciscano i commercianti dei mancati guadagni. E come la mettiamo se si arrivasse a che venissero licenziati dei lavoratori Italiani ? Li sosterrebbero le associazioni di volontariato ? BASTA CON L’ACCOGLIENZA INDISCRIMINATA A SCAPITO DEGLI ITALIANI.