Il robot “Da Vinci”, costato quasi dieci anni fa 2,6 milioni di euro e presentato come lo strumento che avrebbe rivoluzionato la chirurgia dell’ospedale Sant’Anna di San Fermo della Battaglia, è poco utilizzato. Anzi, pochissimo. Il grido d’allarme proviene dagli stessi medici del presidio comasco.
Il Corriere di Como ha chiesto ieri all’ufficio stampa dell’Asst Lariana i dati di utilizzo del robot chirurgico negli ultimi tre anni. La replica è stata negativa. Nessuna informazione. E oggi il quotidiano comasco, dalle sue pagine, torna a chiedere, in forma pubblica, gli stessi numeri.
«Il robot è fortemente sottoutilizzato». Lo affermano alcuni medici che chiedono di rimanere nell’anonimato. Manca un programma di formazione del personale, indispensabile affinché un simile macchinario possa essere impiegato nel modo più efficace. Anche questa è una informazione che proviene direttamente dai professionisti che lavorano al Sant’Anna. Non mancano, invece – e questo sembra un paradosso – le risorse. La Regione ha finanziato di recente l’acquisto del materiale d’uso del robot. Entro la fine dell’anno dovrebbe quindi arrivare a San Fermo della Battaglia la dotazione necessaria a far funzionare “Da Vinci” a pieno regime.
La stessa Regione garantisce un rimborso maggiore per gli interventi di chirurgia robotizzata. Cosa che non copre probabilmente il maggiore costo rispetto a un’operazione di chirurgia tradizionale, ma che evidenzia in ogni caso l’attenzione verso una medicina più avanzata dal punto di vista tecnologico.
Soprattutto all’interno di un contesto di un’oncologia meno invasiva, le potenzialità del robot chirurgico sono elevate. Ci si domanda allora perché venga sfruttato così poco.