Che il settore turistico sia un traino importante per l’economia lariana è ormai chiaro, ma se servisse un’ulteriore conferma (oltre alla evidente presenza di moltissimi visitatori) andrebbe ricercata nei dati dei lavoratori impiegati nelle strutture alberghiere (e simili) che sono passati da quota 2.441 addetti nel 2017 ai 2.900 del 2018.
In crescita anche gli occupati nelle aree di campeggio e in quelle attrezzate per camper o roulotte: il numero passa dai 134 nel 2017 ai 159 del 2018.
Freccia rivolta verso l’alto per le figure impiegate in ristoranti e attività di ristorazione mobile (i sempre più famosi e diffusi eventi di street food ne sono un esempio) che fanno registrare un incremento: dagli 8.971 addetti del 2017 ai 9.645 del 2018. In leggerissima flessione invece le cifre che inquadrano l’andamento dei bar e di altri esercizi senza cucina con un dato in diminuzione: 4.760 l’anno scorso contro i 4.852 impiegati nel 2017.
Numeri dunque che testimoniano – una volta di più – la richiesta e del settore. «Per questo bisogna lavorare insieme per migliorare l’offerta e l’accoglienza – spiega il segretario della Cgil di Como, Giacomo Licata – Como è sempre più accessibile, c’è però, innanzitutto bisogno di più servizi e collegamenti. In tal senso – aggiunge – bisognerebbe pensare anche nuove figure professionali e a un percorso di formazione mirato».
Tornando alle cifre bisogna anche esaminare rapidamente la natura dei contratti in essere. Il dato che sicuramente spicca sugli altri riguarda i contratti a tempo indeterminato passati da 240 nel 2017 a 930 nel 2018 (segnando una variazione percentuale del 287,5%). + 9,9% per i contratti a tempo determinato. In salita anche gli apprendisti. In discesa invece i lavoratori a chiamata – 30,3%. A fronte però di numeri positivi non manca un’analisi meno entusiasmante. Trattandosi prevalentemente di lavori stagionali c’è anche chi, spente le insegne e chiusi gli alberghi, rimane poi fermo fino alla stagione successiva.
«Tutti questi dipendenti hanno diritto alla Naspi (la disoccupazione), ma visti i numeri e le richieste che arrivano, solitamente in massa a partire da fine ottobre, abbiamo avviato delle campagne di informazione per spingere gli interessati a farsi avanti il prima possibile» spiega Fabrizio Cavalli, componente della segreteria Filcams Cgil Como.
Per dare un’idea, sono circa 2500 l’anno le disoccupazioni legate al turismo portate a termine dalla categoria. E non mancano le vertenze: nel Comasco sono state circa 150, la metà per mancati pagamenti.