Industria: timidi segnali di ripresa ma ancora molte ombre con il rischio che le aspettative positive possano essere disattese. Attività produttiva e fatturato hanno rallentato del 2% mentre una modesta fase di ripresa ha riguardato in modo particolare ordini e produzione (in media +0,6%). Lo rivelano i risultati dell’Osservatorio congiunturale semestrale, relativo al periodo gennaio-giugno di quest’anno, realizzato dagli uffici studi di Confindustria Como.
Dopo i modesti risultati della prima parte dell’anno, le previsioni per il periodo luglio-dicembre 2019 indicano la prosecuzione di una fase di ripresa, seppur a ritmi limitati, con domanda, attività produttiva e fatturato che dovrebbero crescere in media del 1,2%. L’indagine rileva che i costi sostenuti dalle imprese comasche per l’approvvigionamento delle materie prime non hanno evidenziato particolari criticità. Il confronto con i listini del corrispondente semestre del 2018 mostra un incremento dello 0,4%. Le aziende di Como inoltre risultano molto attive sui mercati internazionali, con una quota di export che rappresenta quasi il 40% del fatturato totale (39,5%). Il principale mercato di riferimento oltre confine si conferma essere l’Europa Occidentale dove sono realizzati oltre la metà delle esportazioni e il 22,2% delle vendite totali. L’elenco dei mercati esteri di interesse comprende l’Est Europa (4,9%), gli Stati Uniti (2,9%), i BRICS (2,7%), l’America Centro-Meridionale (1,7%) e l’Asia Occidentale (0,9%).
“Ancora una volta, ad essere positive sono principalmente le aspettative per i prossimi mesi – spiega il Presidente di Confindustria Como, Aram Manoukian – Ma il rischio che tali aspettative siano disattese dai fatti è troppo elevato. D’altronde non possiamo dipendere unicamente dai mercati internazionali che, pur rappresentando uno degli asset strategici delle nostre imprese, presentano troppo spesso una volatilità e un’incertezza dovute a guerre commerciali, come quelle sui dazi, che ci costano troppo. Serve, quindi, una politica industriale espansiva, in grado di aumentare la domanda interna e la competitività delle nostre imprese e, soprattutto, di restituire quella fiducia che deve rappresentare la nostra ossessione in quanto è alla base di crescita e benessere”.