La procura di Como, ha aperto un fascicolo e sta indagando sulla morte di una signora comasca di 64 anni.
Il decesso è avvenuto il 30 luglio dopo una inutile e disperata corsa all’ospedale Sant’Anna di San Fermo della Battaglia.
Il pubblico ministero ha disposto l’autopsia e sequestrato l’intera cartella clinica della paziente e gli esami che la stessa, soltanto due giorni prima della tragedia, aveva effettuato al pronto soccorso sempre del Sant’Anna.
A segnalare l’accaduto – al posto di polizia del nosocomio cittadino – sono stati i parenti della vittima.
Già la mattina del 28 luglio, dunque due giorni prima del decesso, la 64enne aveva accusato un malore e un dolore al petto.
Si era quindi recata dalla guardia medica di via Carso dove era stata visitata.
Il personale medico l’aveva però indirizzata al Sant’Anna, chiedendo nel referto accertamenti di tipo cardiaco.
Cosa che la signora fece. Una volta in ospedale la paziente rimase tutto il giorno, venne sottoposta a diversi esami prima della dimissione con la prescrizione di un analgesico e tre giorni di prognosi per i dolori avvertiti al costato.
Ora, ovviamente, questi documenti sono stati sequestrati dal pubblico ministero titolare del fascicolo, il tutto è confluito nell’incartamento al vaglio della procura cittadina.
La donna, infatti, due giorni dopo, ha accusato un nuovo malore. E’ caduta in bagno ed è stata soccorsa dalla figlia. Inutili i soccorsi e il trasporto d’urgenza al Sant’Anna.
La famiglia però vuole vederci chiaro e, con una denuncia presentata direttamente al posto di polizia del nosocomio, ha chiesto al sostituto procuratore di turno di verificare se il decesso avrebbe potuto essere evitato e se vi sono eventuali responsabilità nell’accaduto. Il primo passo dell’indagine, ovviamente, partirà dall’autopsia.