Striscioni, messaggi, lettere. E un mesto corteo attraverso le vie del paese, a tratti sotto la pioggia battente. I cittadini di Campione hanno celebrato oggi un simbolico funerale dell’enclave, a un anno esatto dalla chiusura del Casinò per la dichiarazione di fallimento del Tribunale di Como.
Un anno senza casinò. Dodici mesi di un lento e inesorabile declino del paese, ormai sull’orlo del collasso. A inizio anno sono stati ufficialmente licenziati i quasi 500 dipendenti della casa da gioco. Proprio ieri sono stati confermati gli esuberi della gran parte dei lavoratori del municipio. Rimarranno in servizio, dei 102 operatori di un anno fa, solo 17 persone, delle quali quattro a tempo parziale. Dopo le dimissioni dell’ex sindaco Roberto Salmoiraghi, le elezioni amministrative non si sono svolte per mancanza di candidati e alla guida dell’enclave c’è il commissario Giorgio Zanzi. Il tutto, nella totale assenza di risposte delle istituzioni.
I cittadini chiedono la riapertura del Casinò, attorno al quale ruotava l’intera economia del paese.
Un portavoce della comunità ha letto un messaggio con l’ennesimo appello alle istituzioni. La fiducia nei confronti delle istituzioni italiane, a Campione sembra ormai esaurita da tempo. Al corteo, grande assente il Tricolore, sostituito dalle bandiere svizzere. “L’Italia ci ha abbandonati”, hanno ripetuto i residenti invocando poi “dignità e lavoro”.