“La soluzione ideata era apparentemente ragionevole, ma non legittima secondo il codice degli appalti”. “L’interesse era che l’opera delle paratie fosse realizzata nel minor tempo possibile e con il minor costo, e in tutti gli atti dell’amministrazione comunale era esplicitata questa chiara volontà”. “Il fine non era procurare vantaggio – ingiusto – a Sacaim, bensì procurare un vantaggio al Comune di Como”. Ed ancora, il progetto della terza variante, quello voluto dalla giunta di Mario Lucini e che fu bloccato, “appariva finalmente fatto bene, come pure rilevato da Anac”. Sono soltanto alcuni passaggi, scritti dal giudice estensore Walter Lietti, per motivare la sentenza del processo con al centro le paratie antiesondazione del Lago di Como. È racchiuso in 239 pagine dense di chiarimenti e valutazioni, il processo sulla maxi opera del lungolago. Per usare le parole del giudice, era la “complessità stessa dell’opera, modificata più volte, che ingenerava errori e confusioni”.
La sentenza è arrivata dopo oltre 40 udienze. Erano 23 i capi di imputazione fissati dal pm Pasquale Addesso con richieste di condanne ad oltre 40 anni. Il Collegio in molti punti ha poi ridimensionato l’impianto accusatorio. In totale le condanne erano state 7 su 12 imputati.
Il giudice estensore, nelle motivazioni, ha toccato tutti i punti in ordine di tempo, partendo dai reati ambientali più datati (prima del 2012) fino ad arrivare alle ultime decisioni.
“L’obiettivo dichiarato della giunta Lucini, che arriva in un momento in cui l’opera era in fase di stallo, era ridefinire il progetto paratie – si legge – I rischi dell’opera potevano per Lucini superare i benefici. Bisognava ultimarla nel tempo più breve”. Da qui la scelta di spacchettare gli incarichi e di non fare una gara “mondiale”: “Hanno scelto di correre il rischio – scrive il giudice – ma il dubbio sulla legittimità di quella via c’era”. “Allungare i tempi dell’opera con una gara era una situazione ritenuta intollerabile. E da questo punto di vista – si legge ancora – il dolo degli imputati è assolutamente intenzionale”.