Dura la replica delle opposizioni alla mozione che autorizza la sperimentazione della pistola elettrica per i vigili urbani di Como. Le minoranze ieri sera hanno abbandonato l’aula consiliare di Palazzo Cernezzi per non arrivare ad avere il numero legale e bloccare così i lavori.
“Siamo usciti dall’aula consiliare, volevamo far mancare il numero legale perché siamo stanchi di mantenere in piedi questo consiglio. Poi è entrato Rapinese che invece ha dato i numeri alla maggioranza e così la mozione è passata – spiega Fabio Aleotti consigliere del Movimento 5Stelle – Sono favorevole all’uso di armi non letali ma va specificato che in alcuni casi anche il taser può però essere mortale. Inoltre non so davvero quanto sia davvero indispensabile per una città come Como, non assistiamo ad aggressioni quotidiane nei confronti dei nostri vigili urbani”.
La replica si fa più dura nei confronti del consigliere Alessandro Rapinese, accusato dall’opposizione di essere la stampella dell’esecutivo. “Il fatto che una forza di opposizione decida di far proseguire il consiglio e votare una mozione che sicuramente appartiene a un pensiero politico di destra – dice Aleotti – dimostra che nell’opposizione c’è un gruppo politico che vuole essere la stampella della maggioranza.
“Tra tante urgenze da trattare la mozione relativa al taser era la più inutile – spiega Bruno Magatti della lista Civitas – Il tema della sicurezza è un tema sociale che si affronta recuperando le persone, ridandogli dignità. Vedremo come sarà utilizzata, la mia speranza è che non procuri danni”.
“Avremmo voluto approfondire la questione, anche per capire, dati alla mano e non sulla base di suggestioni, se questo strumento serva in questa città. Non è stato possibile farlo, visto che la maggioranza, se non fosse stato, ancora una volta, per l’ormai imbarazzante stampella offerta dal gruppo Rapinese, non è in grado di garantire il numero legale necessario al funzionamento del Consiglio”, dice Vittorio Nessi di Svolta Civica.
Infine il Partito democratico: “Per quanto ci riguarda, siamo contrari alla dotazione del taser per la polizia locale di Como. Ma ciò che si è visto anche l’altra sera, in consiglio comunale, è altro ed è di chiara impronta politica: ormai di qualunque cosa si tratti, dove non c’è la maggioranza, ci sono Rapinese e parte del suo gruppo”, dicono Stefano Fanetti e Patrizia Lissi, capogruppo e consigliera comunali del Pd. “La maggioranza di centrodestra non esiste. O meglio, sicuramente le politiche applicate e appoggiate anche da Rapinese, appartengono a quell’area e ricordano tanto i provvedimenti e gli slogan del Ministro dell’Interno. Ma di fatto, da un lato Landriscina senza Rapinese non porta più avanti nulla, dall’altro lui non potrà più dire di essere il candidato sindaco autonomo come ha sostenuto per anni”.