All’ospedale Sant’Anna sono stati impiantati i primi pacemaker senza fili. Si tratta di apparecchi di piccole dimensioni – circa due centimetri di lunghezza e con un calibro di meno di un centimetro – che normalizzano con uno stimolo elettrico il ritmo del cuore troppo lento o irregolare per via di una malattia cardiaca. Nei giorni scorsi l’équipe di Elettrofisiologia, di cui è responsabile il dottor Stefano Pedretti, ha operato con successo due pazienti, un uomo di 78 anni e una donna di 55 anni, residenti in provincia di Como. I pazienti che vengono sottoposti a questa procedura possono essere dimessi dall’ospedale dopo 1-2 giorni di degenza e riprendere le proprie attività abituali dopo pochi giorni.
“L’utilizzo di un pacemaker senza fili – spiega Pedretti – ha indubbi vantaggi. Innanzitutto, una sensibile riduzione del rischio di infezioni per l’assenza di elettrocateteri costantemente a contatto con il sangue. Inoltre, è del tutto eliminato il rischio di complicanze a livello della tasca sottocutanea nella regione pettorale sinistra sotto la clavicola dove si collocano i dispositivi tradizionali, sia in acuto (ematoma) che a distanza (decubiti)”.